martedì 21 agosto 2007

SMS ad 1 centesimo grazie a Skebby

Davide è un ragazzo di 24 anni che da qualche tempo a questa parte ha dimostrato iniziativa pari alle più solide colonne della tecnologia mondiale e dei gestori di telefonia mobile.

La notizia è una vera e propria benedizione per tutti coloro che inviano decine e decine di SMS al giorno e anche per chi ne manda qualcuno di tanto in tanto. Sappiamo bene che nella migliore delle ipotesi il prezzo minimo di un messaggio varia dai 10 ai 16 centesimi (escludendo promozioni attive sul cellulare). Davide Marrone ha sfruttato un piccolo software, ovviamente gratuito, che una volta scaricato sul telefonino consente di inviare SMS via internet abbattendo i costi in modo davvero significativo arrivando a spendere solo un centesimo.

La tecnologia UMTS ormai presente su gran parte dei cellulari ragiona in base alla quantità di informazioni inviate e proprio per questo un SMS che pesa meno di 1KB verrà a costare appena un centesimo (forse anche meno). Quel centesimo è dunque il costo necessario al trasferimento del messaggio attraverso i server di Davide. E nient’altro. Niente tasse o interessi vari: solo il prezzo effettivo del servizio.
Se, come affermato dal ragazzo, il progetto era partito qualche tempo per gioco assieme ad un suo amico, ora la questione si è fatta seria: Davide ha aperto una sua piccola società Mobile Solution s.r.l. grazie al sostegno economico di suo padre che è diventato anche suo socio.

Il sito è www.skebby.it ma grazie/a causa dei numerosi servizi in tv e sui giornali, è diventato in buona parte impraticabile grazie/a causa dell’incredibile traffico in entrata. Al momento il sito è disponibile per reperire le informazioni principali sul software di invio di SMS ad 1 centesimo e se si prova a visitarlo, si viene reindirizzati sul blog http://skebby.blogspot.com/ che promette prima di tutto la tempestiva risoluzione del problema di traffico sul sito su detto.

domenica 19 agosto 2007

Dopo Google e Amazon, Perfect 10 denuncia Microsoft

Il virus ha intaccato i grandi della nostra era. Se nell’obiettivo dell’accusa ci erano finiti SOLO Google e Amazon, ora è toccata a Microsoft.
La denuncia non parte da qualcosa di molto edificante, al contrario da un sito porno celebre in rete: Perfect 10. Il reato? Pubblicare immagini protette da copyright nel suo motore di ricerca e per di più contenuti che sarebbero accessibili dal sito ufficiale solo dopo aver stipulato un abbonamento e quindi aver pagato.Del resto è giusto… il contenuto era a pagamento. In questo modo il noto sito dedicato alle most beautiful natural women avrebbe riscontrato una concreta perdita di guadagni vedendosi ingiustamente defraudata.
Non finisce qui. A quanto asserito da Perfect 10, Microsoft avrebbe linkato a immagini esplicitamente protette da password e quindi violato in tutto e per tutto le note legali del portale stesso.
Ricordiamo che le iniziative giurisdizionali intraprese da Perfect 10 non hanno avuto molto successo. Da una parte c’è il sito che rivendica i suoi diritti di esclusiva e non ha intenzione di spartire i suoi contenuti con motori di ricerca che li divulgano senza preoccuparsi degli introiti del sito da cui attingono. Dall’altra però, ci sono gli interessi dei “consumatori” che hanno diritto di accedere a contenuti del motore di ricerca e che quindi superano quelli del sito danneggiato. Proprio in questo modo si concluse la disputa contro Google: primo stadio di processo a favore di Perfect 10 che sarebbe la vittima; ricorso da parte di Google: la sentenza si ribalta a suo favore.
Ci sono tutti gli indizi per pensare che anche questa volta finirà così… O forse no?

martedì 14 agosto 2007

Resident Evil 5 razzista? No, ma chi scrive sì!

E’ stata questa la conclusione a mio parere giustissima, a cui molti ragazzi sono arrivati dopo aver letto il blog che più degli altri accusa di razzismo il nuovo Resident Evil.
Quando ho avuto da ridire, l’ho spiegato bene come è successo per Manhunt 2, ma queste affermazioni su RE5 mi hanno un po’ fatto sorridere. Innanzitutto l’autore del blog in questione ha decretato che il gioco insegni l’odio verso i neri e faccia apparire normale la lotta contro gli stessi.
Non sono stata la sola a credere che chi ha scritto ciò l’ha fatto solo per innescare miccie… che poi si sono miseramente spente sotto i commenti dei lettori.

Resident Evil è sempre stato (e a quanto pare, sempre sarà) incentrato su storie horror e zombie… ma anche se così non fosse, coloro che seguono il videogioco sono bene abituati a questo tipo di meccanica. Ricordiamo inoltre che nella scorsa uscita, RE4 mostrava sempre le solite scene di lotta e sangue ai danni dei Ganados, di civiltà espressamente ispanica: in quel caso non si alzò nessun polverone. Giusto: è un gioco. Sono zombie: si uccidono. Non c’è nulla di più intrinseco… questa volta gli zombie sono di colore… qualcuno ha persino pensato che sia una bella idea, ma non perché è xenofobo! Solo perché si vede qualcosa di nuovo!

Insomma, chi ha scritto accusando RE5 di razzismo è stato a sua volta (e a ragione, aggiungerei) tacciato della stessa fobia. Perché? Semplice: ha dimostrato di muoversi solo per la virtuale uccisione dei neri, ma come è successo per ben quattro volte, non ha detto una parola sui massacri dei bianchi. In qualche modo giustificandoli, quindi. Altrimenti avrebbe detto qualcosa anche per le scorse uscite di Resident Evil.

Ora una piccola N.D.R.. Sono pronta a scommettere che la stessa situazione si sarebbe creata se il nero fosse stato l’assassino e non la vittima. Chi ama accusare di razzismo il prossimo dimostra una grande propensione al puntare il dito contro qualcuno. Non importa chi. Se il militare che uccide gli zombie neri, lo fosse stato anch’egli, di certo RE5 sarebbe finito alla barra degli imputati “perché il gioco rivela un’indole violenta e aggressiva lontana dalla realtà dando un’immagine negativa del popolo nero”… come già è successo per GTA e altri.
E pensare che si è partiti solo da 3 minuti di trailer...

mercoledì 8 agosto 2007

Strupra quindicenne e viene assolto: è sonnambulo

Mai sentito parlare di sonnambulismo nervoso? Ne soffrono molti ragazzi. E’ un processo che porta le persone che stanno vivendo un periodo particolarmente intenso o stressante, ad avere delle manifestazioni di nottambulismo: ci si alza nel cuore della notte e si fanno le cose più strane... si mettono i calzini in frigo, gli occhiali in forno e così via... addirittura si può stuprare qualcuno... detta così fa un po’ paura (ovviamente) ma il fatto è un altro... e anche vagamente comico.

E’ successo ad un militare americano che, dopo aver alzato un po’ troppo il gomito in un locale alla moda, si è andato a stendere su un materasso ad acqua dove (inspiegabilmente) stava sonnecchiando una quindicenne con la sua famiglia. Tragedia. La ragazza si sveglia mentre l’uomo la stava praticamente violentando.

Per quanto riguarda il militare, a detta sua, si è ritrovato nudo in mezzo ad una strada senza sapere neanche perchè (sarà vero?) e quando è rintrato nel locale è stato accolto da urla ed insulti e ha visto una ragazza piangere. Una volta vestito e riaccompagnato fuori, gli è stato spiegato cosa aveva fatto. Lui (!) era sotto shok e non era sicuro di quello che era successo, pensava ad uno scherzo ben orchestrato.

Il tribunale lo ha totalmente assolto in quanto gli ha riconosciuto un’infermità momentanea, il sonnambulismo nervoso appunto, in seguito alla sua chiamata nell’esercito americano e quindi sotto un fortissimo stress psicofisico. Ha per fortuna trovato la forza di andarsi a scusare con la quindicenne e con la sua famiglia... meno male! Non oso immaginare la faccia di quella poverina che si è svegliata con un tipo addosso che ci stava andando giù pesante... non pensavo che il sonnambulismo di una persona potesse essere così pericoloso. Per gli altri intendo.

martedì 7 agosto 2007

No agli spot farmaceutici velocissimi!

Finalmente una bella iniziativa! Ci avete mai fatto caso alle pubblicità dei farmaci, che gnaulano storie, fatti e vicende di qualcuno che soffre di diarrea, che ha mal di testa ecc ecc e poi alla fine, agli ultimi tre secondi (davvero) spiattellano le cose serie, tutti gli effetti collaterali... senza far capire niente?

A venirci incontro è il Ministero della Salute che, resosi conto di quanto ambigue ed incomprensibili siano quelle nozioni riportate velocissimamente alla fine degli spot, ha deciso di emanare un decreto che vieta la “compressione fonica”, il comprimere tutte le informazioni fondamentali in pochissimi secondi e per di più abbassando il volume (quando la pubblicità fa totalmente l’opposto urlandoci tutto contro).

Ora, quasi per legge, gli spot che hanno a che fare con prodotti farmaceutici o comunque con l’igiene intima o della casa, dovranno essere “a norma” scandendo bene in quali pericoli si potrebbe incorrere attraverso l’uso di un determinato prodotto. Tutti i responsabili si dovranno mettere in regola entro il 21 agosto... non che ci creda molto... ma il solo fatto di parlarne mi fa rendere conto che non ero io la sola a rimanere con la faccia a punto interrogativo sentendo quello dicono alla fine delle pubblicità.

Niente pappardelle pronunciate alla velocità della luce, allora. Era anche ora, almeno recuperiamo il recuperabile. Una cosa è certa (la stessa cosa che mi fa credere che questo provvedimento non andrà in porto): gli spot dovranno durare molto di più (quindi aumenterà anche il prezzo da pagare per i pubblicisti) per dire tutto quello che fino a questo momento hanno solo strizzato in pochi secondi... perchè se si prova a leggere quelle scrittine minuscole che compaiono mentre la voce le pronuncia, ci si rende conto che sono davvero un bel po’!

Sono proprio curiosa di vedere queste pubblicità dopo il provvedimento!

Second Life da la voce ai suoi avatar

Second Life torna a far parlare i sè. Nonostante si sia palesemente dimostrato un bluff, un fuoco di paglia, continua a fare notizia.

Negli ultimi tempi, a dire il vero, i rumors non erano stati dei più sereni. Second Life è ormai appestata dalla pedofilia e non si sa bene come intervenire; In più, proprio negli ultimi giorni si è addirittura sentito parlare di attentati terroristici. Per fortuna ci sono di mezzo solo avatar, ma ormai si dovrebbe capire una cosa: evidentemente le persone non cercano nel web un posto migliore, ma una semplice proiezione della vita reale, con tutte le sue ingiustizie ed i suoi orrori.

Insomma, in questo bel clima, cosa decide di fare Linden Lab per Second Life?! Dona la parola ai suoi abitanti! Basterà essere in possesso di cuffie e microfono per poter parlare in tempo reale con gli altri avatar. Se da una parte la cosa può sembrare carina, innovativa e stimolante, dall’altra non lo è.

L’intero progetto Second Life era iniziato così, con quel tipo di spirito democratico e comunitario che doveva legare persone di tutto il mondo in questa realtà virtuale. E così è stato. Ma per quanto tempo?! Poco, pochissimo. Una volta superata la curiosità del momento Second Life si è rivelata un mezzo fallimento e non solo. Un modo per agire indiscriminatamente senza metterci la faccia e senza prendersi le proprie responsabilità.

La voce! Ora ci mancava solo la voce! Immaginare cosa accadrà nei corridoi di Second Life se fino a questo momento è successo quello che è successo senza niente di niente! Ma in fondo, anche questo è commercio.

Courtney Love si spoglia per Pop

Courtney Love non è certo la donna ideale, questo lo si era immaginato. Dopo le controverse vicende del defunto consorte Kurt Cobain, l’immagine che ha sempre donato di sè sono state tutte molto molto forti, più che di una donna distrutta, quella di una vedova allegra.

Anche in passato le sue imprese l’hanno resa celebre come icona grunge femminile tanto primordiale e violenta da sfociare più di una volta nel volgare. La diva tutt’altro che inossidabile ha sempre amato mostrarsi, anche quando non era proprio il caso. Ultimamente ha dato prova della sua consueta spavalderia nel farsi fotografare nuda, coperta al massimo da un paio di calze o mutandine che coprono il copribile (non che la Love soffra di eccessiva pudicità). Qui le immagini originali censurate con attenzione, basterà cliccarci per vederle al naturale.

Le fotografie sono state scattate per la rivista POP e la copertina annuncia il contenuto. Courtney Love ha sempre stupito, ma in questo momento, la scelta di pubblicare delle foto senza veli, secondo le malelingue sembra essere tutta questione di pubblicità. Le immagini compaiono ambiguamente vicine all’uscita della sua ultima autobiografia Dirty Blonde: The Diaries of Courtney Love e ritraggono l’artista coperta di accessori Prada, gioielli Bulgari e così via.

Chi la segue da molto, come faccio anche io, sa come prendere la faccenda. Al di là delle trovate pubblicitarie, Courtney Love è già preparata alle polemiche. Ci si continua a scandalizzare per le più banali ovvietà, poi, di fronte alle cose un tantino più serie... niente di niente, vuoto, fine. Insomma, i commenti sono stati molti e anche forti, ma non c’è motivo di fare tanto rumore! E’ Courtney Love... è sempre stata così, ha sempre fatto clamore... è per questo che ora non dovrebbe farne più... ci saremmo dovuti essere abituati dopo vent’anni e invece si trova ancora il fiato per polemizzare sciocchezze del genere!

Trovata pubblicitaria?! Che così sia! Tutti cercano di fare soldi come possono. Anche Elton John avrà fatto chissà quanti soldi con la canzone dedicata a Lady Diana... Insomma, salti chi può!